"Esci partito dalle tue stanze, torna amico dei ragazzi di strada" Majakovskij

Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea
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mercoledì 25 giugno 2008

Unione dei Comuni, perchè così non ci convince

Il “Coordinamento Val d’Enza” del Partito della Rifondazione comunista esprime forti perplessità di metodo e di merito rispetto alla costituzione dell’Unione dei Comuni Val d’Enza.

Sul metodo.
L’Unione dei Comuni è un ente locale a tutti gli effetti che - al pari dei Comuni, delle Province e delle Regioni (TUEL, Art. 2, c. 1) - gestisce funzioni e servizi fondamentali per il sistema di welfare locale.
Un ente di tale importanza necessiterebbe dunque di un processo costitutivo ampio, inclusivo e partecipato dove i vari portatori di interesse territoriali organizzati (associazioni, partiti politici, sindacati) e – soprattutto – i singoli cittadini (sui quali l’Unione impatta notevolmente sia in termini economici che di servizi) siano messi nelle condizioni di essere i principali attori di un confronto pubblico e trasparente teso alla definizione di un progetto comune e condiviso. Dobbiamo purtroppo constatare che tutto ciò non è avvenuto: la costituzione dell’Unione dei Comuni Val d’Enza è avvenuta nel silenzio politico più assoluto. Nessuno dei soggetti soprarichiamati è stato coinvolto nella definizione delle prospettive e delle strategie relative al nuovo ente.
Anche sul piano istituzionale segnaliamo una generale pratica amministrativa autarchica da parte delle varie Giunte locali, ciò è dimostrato nell’approccio utilizzato nei confronti delle minoranze: nella quasi totalità dei Comuni interessati è stata consegnata la bozza dello Statuto dell’Unione solo una decina di giorni prima della sua definitiva approvazione.

Sul merito.
Lo Statuto dell’Unione che in questi giorni verrà approvato dai vari Consigli comunali del distretto prevede l’affidamento in capo al nuovo ente di alcune funzioni che avevano già tutte una gestione sovracomunale (Polizia Locale, Servizio Sociale Integrato e alcuni Coordinamenti). La nuova struttura si manifesta quindi come un semplice nuovo contenitore nel quale inserire attività già esistenti: manca clamorosamente la visione strategica di ciò che si vuole fare.
Noi crediamo che l’Unione dei Comuni sia una straordinaria occasione per mettere finalmente in campo un nuovo modo di amministrare, essa infatti potrebbe consentire il raggiungimento di un duplice obiettivo:
1. mantenere pubblici i servizi alla persona;
2. pianificare una gestione organica del territorio (rispetto anche all’incrocio “domanda-offerta” dei servizi e delle relative strutture).

Sul primo obiettivo: precisato che l’Unione dei Comuni è un ente locale a tutti gli effetti, tale ente permetterebbe una gestione diretta sovracomunale dei servizi alla persona che rappresenterebbe un “argine pubblico” a pratiche di esternalizzazione/privatizzazione simili - ad esempio - a quella del Comune di Cavriago dove si sta costituendo un’Azienda speciale ad hoc per la gestione dei servizi educativi.
A tal proposito ci appare perlomeno incongruente il fatto di inserire all’interno delle funzioni della costituenda Unione dei Comuni Val d’Enza il Coordinamento delle Politiche Educative nel momento in cui ogni singolo Comune utilizza diversi e disomogenei modelli gestionali (al momento esistono infatti “Istituzioni” come nel caso di Gattatico, “gestioni in economia” a Montecchio e S.Ilario, “esternalizzazioni di sezioni” a Bibbiano e – appunto – un’Azienda speciale a Cavriago).

Sul secondo obiettivo: considerata l’altissima densità demografica raggiunta in questi anni in Val d’Enza - frutto di un’espansione urbanistica generalizzata (in alcuni casi fuori controllo) - è così sbagliato pensare di realizzare un unico Piano Regolatore su scala distrettuale dove si tenga conto in modo organico della domanda/offerta dei servizi?
Facciamo un esempio: è oggettivamente razionale che a Barco si costruisca una nuova scuola dell’infanzia (la cui offerta - ancor prima di essere inaugurata - appare già insufficiente visto che al momento esiste una lista d’attesa di 17 bambini) e a Cavriago - a distanza di circa 1 chilometro - se ne costruisca un’altra (probabilmente anch’essa insufficiente considerando l’enorme espansione urbanistica - circa 500 nuovi alloggi - in programma nei prossimi anni)?
Non era maggiormente ragionevole ed economico programmare un’unica struttura (più grande rispetto alla somma delle sezioni previste all’interno delle due strutture che si andranno a realizzare) a servizio dei due Comuni?
Ancora: nell’ipotesi di un’unica pianificazione urbanistica - considerando anche nuovi elementi di contesto come l’apertura del casello autostradale a Campegine - non sarebbe più logico e strategico concentrare eventuali nuove zone industriali in alcuni punti del distretto?
Sul piano abitativo poi - visti i prezzi imposti dal libero mercato - non sarebbe socialmente più opportuno realizzare programmi organici di edilizia sociale? Una pianificazione territoriale di questo tipo non produrrebbe anche effetti positivi sull’ambiente?

In questi giorni stiamo presentando in modo omogeneo in tutti i Consigli comunali emendamenti propositivi allo Statuto della costituenda Unione dei Comuni Val d’Enza che vanno nella direzione di risolvere le criticità sopradescritte.
In questo modo verificheremo se le varie Amministrazioni locali - nella loro complessità un quasi monocolore del Partito Democratico - saranno permeabili ad istanze che noi riteniamo ragionevoli e di buon senso.

Coordinamento PRC Val d’Enza.
Circoli di Bibbiano, Campegine, Cavriago, Gattatico, Montecchio, S. Polo, S. Ilario.

Emendamento allo Statuto dell'Unione dei Comuni della Val d'Enza

domenica 8 giugno 2008

VII Congresso del PRC. Lascia un tuo commento.

Il congresso più complesso della storia del nostro partito entra nel vivo.
Abbiamo deciso di aprire questo post per mettere a disposizione dei compagni tutti i documenti congressuali e il regolamento.

DOCUMENTI:


I DOCUMENTO
“Rifondazione Comunista in Movimento” (primo firmatario Acerbo);

II DOCUMENTO “Manifesto per la Rifondazione” (primo firmatario Vendola);

III DOCUMENTO “Dall’appello di Firenze alla mozione dei 100 Circoli” (primo firmatario Pegolo);

IV DOCUMENTO “Una svolta operaia per una nuova Rifondazione comunista” (primo firmatario Bellotti);

V DOCUMENTO “Disarmiamoci: liberi/e, pacifici/che per un congresso di discontinuità e radicalità” (primo firmatario De Cesaris).

mercoledì 4 giugno 2008

Castello di Montecchio: l'amministrazione sbaglia e gli operatori dovrebbero pagare le conseguenze?

Si riconferma la distanza politica tra Rifondazione Comunista e le forze di centro-destra anche rispetto alla polemica, finita sul giornale, lanciata dal consigliere della lista Comune Impegno nei confronti dell'amministrazione del sindaco Giglioli.

Materia del contendere è il numero, ritenuto eccessivo, di guide in carico all'amministrazione che operano all'interno del Castello di Montecchio e il rapporto tra gli ingressi e l'incasso complessivo riferito all'anno 2007.

Ci permettiamo di entrare in questa polemica per fare alcune considerazioni.

Una reale promozione del territorio e dei suoi beni culturali passa attraverso l'adeguata valorizzazione dei beni stessi come indicato dal Codice Urbani sui Beni Culturali e dalla massima capacità di promozione e diffusione; per noi ciò si dovrebbe tradurre in una sostanziale fruizione gratuita di tutti i luoghi della cultura per tutti i cittadini cui tale patrimonio, tra l'altro, appartiene.

Ma sappiamo che oggi anche la cultura è trattata alla stregua di una qualsiasi altra merce e, come tale, evidentemente è considerata anche dal consigliere Nardini che ripropone una ricetta tristemente nota: quando le cose vanno male non è mai il datore di lavoro a rimetterci, ma sempre i lavoratori. Infatti Nardini propone un taglio al numero degli operatori del Castello.

Noi ci opponiamo con forza a questo modello che penalizza sempre i più deboli, piuttosto diciamo che se i dati relativi alle presenze e agli incassi del Castello non sono ritenuti soddisfacenti non si deve procedere ad un taglio degli operatori ma si deve rilanciare l'attività della Rocca. In questo senso il Codice suddetto offre indicazioni valide in funzione di promozione e valorizzazione dei beni culturali e del paesaggio.