"Esci partito dalle tue stanze, torna amico dei ragazzi di strada" Majakovskij

Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea
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giovedì 30 luglio 2009

Falsi permessi per clandestini

Come volevasi dimostrare; è quasi una uguaglianza matematica: se mettiamo una legislazione securitaria, che tratta le questioni relative all'immigrazione come solo problema di ordine pubblico, e aggiungiamo migliaia di persone disperate in fuga da paesi poveri o scenari di guerra, produciamo ricattabilità e sfruttamento dei migranti, e alimentiamo un mercato illegale di permessi di soggiorno, organizzato e gestito anche da italiani.

Stupisce? No, è matematico e logicamente prevedibile. Il lavoro degli immigrati è fondamentale per la nostra economia, uno Stato che non riconosca questo dato, che eriga muri, trincee e filo spinato lungo i suoi confini, non limita l'immigrazione ma la fa diventare clandestina e ricattabile; chi lavora nel nostro paese potrà continuare a farlo (nessuno ha interesse a che una parte consistente della forza lavoro se ne vada) ma avrà meno diritti, dovrà pagare, e quindi alimentare qualche organizzazione criminale, non sempre potrà ricevere lo stipendio in cambio del lavoro svolto (vedi alcune recenti vicende accadute proprio nella nostra bella provincia!) e non avrà alcuno cui rivolgersi per vedere riconosciuti i più elementari ed inviolabili diritti sanciti da ogni costituzione di ogni paese che si possa definire ancora civile.

Non ci riguarda?Il fatto che alcuni lavoratori non abbiano gli stessi diritti di altri, conquistati per tutti in decenni di lotte, il fatto che debbano sottostare a continui ricatti, il fatto che debbano essere assoggettati al caporalato, al lavoro nero, senza alcuna sicurezza, non riguarda tutti noi? Non lede i diritti di tutti? Non abbassa le conquiste sindacali di ogni lavoratore? Non riporta tutti all'anno zero delle tutele sociali?

La vicenda che vede coinvolto il direttore dell'ufficio postale di Montecchio, al di là di ogni considerazione nel merito degli eventi sui quali è chiamata a far luce la magistratura, dovrebbe piuttosto fermare l'attenzione di tutti sugli effetti prodotti dalla legge Bossi – Fini, che lega la "regolarità" del permesso di soggiorno alla presenza di un contratto di lavoro, facendo diventare irregolari anche migranti presenti nel nostro territorio da molti anni, qualora dovessero perdere il lavoro. Alla tragedia della perdita del lavoro, che in questo periodo di crisi molte famiglie stanno conoscendo, si aggiunge la tragedia di trovarsi clandestini in quel tessuto economico che si è contribuito a far crescere; su questa tragedia si alimenta e prospera il mercato dei falsi permessi di soggiorno. Oggi la nostra piccola comunità ha l'opportunità di riflettere su questi effetti, ha l'opportunità di crescere e, nel suo piccolo, di ribellarsi all'arretramento civile che è sotto gli occhi di tutti.

martedì 21 luglio 2009

Commento al Consiglio Comunale del 17 luglio 2009

di Giorgia Riccò, capogruppo PRC-SE in Consiglio Comunale

Il primo dei nostri punti all’ordine del giorno nella seduta consigliare del 17 luglio, era l’interrogazione in merito alla situazione della sezione nido della scuola infanzia.L’assessore all’istruzione Andrea Costi risponde alla nostra richiesta di politiche di intervento, a fronte delle esigenze delle numerose famiglie che rimarranno escluse dal servizio per mancanza di posti disponibili, dichiarando che l’amministrazione sta esplorando possibili soluzioni per rispondere a due necessità prioritarie:
  1. Ampliare e potenziare, compatibilmente con le risorse disponibili e con le norme vigenti, il servizio del nido d’infanzia comunale; la Giunta sta valutando la fattibilità di un ampliamento degli spazi, e delle sezioni del Nido ed eventualmente della Scuola dell’Infanzia;
  2. Rispondere in tempi brevi alle necessità immediate delle famiglie in lista d’attesa al Nido, con varie possibilità:
  1. Attivazione di un servizio di educatore famigliare (tre bambini presso l’abitazione di una delle famiglie beneficiarie del servizio);

  2. Attivazione di un servizio di educatore domiciliare (cinque bambini per sezione, fino a due sezioni, in spazi dedicati, in fase di individuazione).Ovviamente queste due ultime soluzioni immediate, sollevano perplessità e critiche, proprio perché, come ricordato da Colli nel suo intervento di presentazione del programma, la crescita di domanda per il servizio 0-3 anni, è strutturale e non contingente, quindi presuppone una pianificazione politica non lasciata al caso e che già ci si aspettava fosse affrontata nella precedente amministrazione. Ma l’impegno, assai più interessante, pubblicamente preso dall’Assessore, e sul quale vigileremo, è quello espresso al punto 1.


Il secondo dei punti posti da Rifondazione era l’Odg in merito alla pubblicazione in internet degli atti del Consiglio, della Giunta e delle Commissioni. L’Odg è stato approvato all’unanimità con alcune modifiche che rispondono ad esigenze tecniche di fattibilità:

  • Si sono eliminate le indicazioni temporali nella parte del dispositivo, in quanto difficilmente le esigenze, da tutti espresse, di trasparenza e pubblicità su internet, potranno essere soddisfatte immediatamente dopo la pausa estiva del 2009;
  • In quanto alla ripresa con videocamera e pubblicazione sul sito del Comune delle sedute del Consiglio, si è deciso di limitarle a quelle di maggior rilievo individuate dalla Commissione Capigruppo;
  • È stato aggiunto un terzo punto che impegna la Giunta ad attivarsi per creare una sezione del sito internet del Comune di Montecchio E. dedicata alla pubblicazione del materiale dei Gruppi Consiliari.

Il terzo dei punti da noi posti era quello relativo alla rassegnazione dei fondi destinati all’acquisto di cacciabombardieri JSF.Il punto, strettamente politico, ha sollevato distinguo e perplessità non solo, come prevedibile, da parte della destra, ma anche da parte del centrosinistra. Ci sono state mosse critiche in merito alla leggerezza e superficialità nei contenuti tecnici, in merito all’opportunità politica di voler mettere in difficoltà il centro-sinistra (Bocconi) che visibilmente era portatore di differenti, quando non diametralmente opposte, opinioni, sulle cosiddette missioni di pace, sull’opportunità economica di investimenti nell’industria bellica etc, etc…. Il fatto che si facesse notare che, a dispetto delle loro contraddizioni, l’odg era già stato approvato dal Consiglio Regionale del Trentino su proposta di un Consigliere del PD, ha letteralmente fatto perdere lucidità mentale al Consigliere Bocconi, che si è dovuto adeguare suo malgrado alle decisioni della maggioranza del suo gruppo; interessanti i rilievi del Sindaco, che si è soffermato su una eticità della politica che oggi manca e che l’odg ha il merito di rilevare.Nella sostanza l’ordine del giorno è stato votato a maggioranza (ovviamente voto contrario di Lega Nord e PDL) però con importanti modifiche:

  • Viene soppressa la parte relativa alle caratteristiche tecniche del Joint Strike Fighter, per alcune imprecisioni
  • Rimane il cuore dell’odg, cioè la parte relativa alle considerazioni politiche sul rilancio dell’economia che non può passare attraverso investimenti come questo. L’idea, sostenuta dalle lobby militar-industriali, che l’industria degli armamenti possa rappresentare un vettore di ripresa e di sviluppo economico viene messa in discussione anche nei paesi come gli Stati Uniti d’America che fino ad ora l’avevano attuata con le conseguenze che conosciamo e che sono oggi sotto gli occhi di tutti.
  • Sparisce l’invito, nel dispositivo dell’odg, a destinare la somma necessaria per l’acquisto dei cacciabombardieri a politiche attive a sostegno dei lavoratori (4,6 miliardi) e alla ricostruzione in Abruzzo (10 miliardi). Rimangono le considerazioni in merito all’opportunità del Governo di effettuare tale scelta in considerazione dei recenti imprevedibili eventi, ma è parso fuori luogo che sia un Consiglio Comunale a dettare così specificamente i capitoli di spesa.L’aspetto interessante del dibattito è l’evidenza della comunanza di vedute espresse negli interventi di una parte conservatrice interna al PD e dei Consiglieri della destra; un déjà vu che sarà gioco considerare e far rilevare quando necessario.

domenica 12 luglio 2009

L'attività di Rifondazione Comunista in Consiglio Comunale

di Annalisa Magri, Segretario Circolo PRC-SE Montecchio Emilia

Lunedì 29 Giugno si è svolto a Montecchio il 1° Consiglio Comunale della nuova èra Paolo Colli. Nuova? Speriamo! Tante, infatti, le riconferme all’interno del Consiglio che sembrano piuttosto la continuazione di un percorso iniziato già parecchi anni fa quando al timone stava il Sindaco Iris Giglioli. Riconfermata la presenza del capogruppo Marco Bertani, di Marco Dalia, ora nella nuova veste di assesore, di Giuseppe Fico e di Giovanna Bronzoni. Veri “big” della scorsa consigliatura. Ciò che sembra nuovo lo è, per ora, solo a parole, così come il programma amministrativo che nasce sotto il segno della partecipazione e della valorizzazione del senso civico dei cittadini che saranno chiamati, così ci par di aver capito, a sviluppare, guidati dalla mano paziente del nostro nuovo sindaco, la volontà e la capacità di divenire presto cittadini virtuosi. Ovviamente ce lo auguriamo tutti!
Per Rifondazione la partecipazione è un esercizio costante, un’esigenza quella di metterla in pratica, per rendere compiuta ed efficace la democrazia; pertanto ben vengano i “consiglieri con delega”, che per amor del loro paese e con puro spirito volontaristico (non vi è gettone per attività extra-consiliari), destineranno parte del loro tempo libero ad interessarsi di temi specifici contribuendo ai risultati della Giunta: la proposta e l’intenzione di Colli di sperimentare già sui propri consiglieri quel senso civico che, presto o tardi, tutti noi cittadini dovremo, giustamente, sviluppare per migliorare le condizioni della nostra comunità, ci pare degna di stima.
Noi vorremmo, però, che si facesse presto un passo avanti: partecipazione non vuol dire informare i cittadini di cose già decise ma significa effettivamente, informarli, coinvolgerli, farli decidere.
È ciò che abbiamo scritto nel nostro programma ed è ciò che 589 elettori hanno votato; noi ora li rappresentiamo e, sebbene, il 10% del consenso non è stato sufficiente per realizzare quella svolta che auspicavamo per Montecchio, staremo in Consiglio Comunale con lo scopo di “tirare” l’amministrazione a sinistra, rispettando ed interpretando la volontà elettorale di quel 10% di cittadini, così come ha affermato la consigliera Riccò nel suo intervento in Consiglio.
Un altro tema, che ha aleggiato per alcuni interventi, è apparso subito rilevante ed è quello della crisi economica e delle difficili situazioni che sicuramente vivranno molti lavoratori della Val d’Enza al ritorno dalle ferie agostane; il neo Sindaco ha ribadito che la crisi è e sarà un’emergenza che investirà tutta la nostra comunità da qui a qualche mese e la consigliera Bronzoni, l’ala cattolica della grande famiglia PD, ha rilanciato la questione chiamandoci in causa riconoscendo al nostro partito quella capacità di analisi e di proposta sul tema del lavoro che pochi altri soggetti della politica possono vantare di possedere nella storia recente e passata. Certo! Noi ci saremo, quando si tratta di ragionare insieme per trovare soluzioni per il bene di Montecchio non ci facciamo indietro per biechi motivi legati al lato del tavolo che si occupa in Consiglio; che importa se siamo all’opposizione? Rivendichiamo, però, la storia del nostro pensiero, le nostre proposte e la dignità di una forza politica che su un punto non ha mai ceduto il passo: la difesa dei diritti dei lavoratori. Ecco che per questo raccogliamo non solo le tristemente oramai ovvie, preoccupazioni del Sindaco, rispetto alla crisi, ma anche l’invito di una parte dei consiglieri della nuova maggioranza a partecipare, ma NON DOPO, semmai INSIEME, ad una discussione seria e priva di pregiudizi (speriamo) sugli effetti catastrofici della crisi economica, la quale ci presenterà, forse, il mondo del mercato diverso da come l’abbiamo conosciuto finora.
Se partecipazione e coinvolgimento rappresentano quel punto zero dal quale Colli pensa di cominciare il suo percorso a capo dell’amministrazione, anche la discontinuità dai vecchi metodi della Giglioli dovrà essere pienamente realizzata.
Con forza abbiamo affermato l’autonomia di Rifondazione rispetto al Partito Democratico per temi e metodi, non sottraendoci a dolorose fratture interne al nostro partito a livello provinciale, e quella scelta non la rinnegheremo adattandoci ad una prassi nei fatti “molle” nei confronti di questa nuova maggioranza anche se ciò esporrà a rischio di fallimento tentativi di dialogo “a posteriori”. Sarà dunque il segno visibile del rispetto che molti esponenti di spicco della politica montecchiese, orbitanti nel PD, nutrono, lo sappiamo e lo “sentiamo”, nei nostro confronti, ad impedire loro di ricadere di nuovo nell’inerzia e nello strascicamento di inviti tardivi e poco sentiti. Siamo pronti al dialogo ma non a ricette già confezionate da condividere a tutti i costi per evitare il tacito ed implicito ricatto, al quale siamo già stati sottoposti, “o così o siete voi che rifiutate il dialogo”.

La nostra sarà dunque un’opposizione tutt’altro che silente, ma sarà corretta, onesta, propositiva e costruttiva, marcatamente di sinistra e che non si limiterà ai confini del Comune; nel mondo globalizzato nel quale viviamo, ciò che ci accade intorno diviene inevitabilmente anche affare nostro. Scelte politiche nazionali hanno ricadute, spesso anche pesanti, sul nostro territorio ed è in considerazione di ciò che già per il secondo Consiglio Comunale che si terrà il 17 Luglio, abbiamo presentato un ordine del giorno contro i fondi destinati all’acquisto di cacciabombardieri JSF per svariati miliardi di Euro, spesa che il Governo italiano intende affrontare per dotare l’Aereonautica Militare di un’arma (l’aereomobile) con caratteristiche di attacco. Tutto ciò alla faccia dell’articolo 11 della nostra Costituzione “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…”, ma non solo…pensiamo che vi siano principi e valori non scritti ma che, pur tacitamente, dovrebbero animare i nostri governanti, tra questi vorremmo citare il rispetto. Ebbene sì, il rispetto ad esempio per un’intera popolazione che nel giro di pochissimi minuti, ed in un sol boato, ha perso molto, alcuni hanno perso tutto, quasi 300 persone hanno perso la vita. Ci riferiamo al terremoto in Abruzzo, che ha ridotto L’Aquila e le sue frazioni in un vero e proprio “campo profughi” per migliaia e migliaia di persone. Il rispetto per questa popolazione avrebbe dovuto, noi pensiamo, condurre i nostri governanti a non mettere in piedi l’ipotesi di acquisire gli aerei in questione, non tanto per uno spirito pacifista che sappiamo non appartenere alla maggioranza che ci governa a livello nazionale, ma per il semplice rispetto di quella popolazione abruzzese che forse si farà anni e anni dentro alle tendopoli; chiediamo che il Consiglio Comunale di Montecchio si unisca al coro di chi chiede al governo di rinunciare a tale spesa militare destinando parte di quei soldi alla ricostruzione delle abitazioni per gli abruzzesi e per altra parte destinando soldi a sostegno di politiche in favore dei lavoratori messi in ginocchio dalla crisi economica.

Il secondo ordine del giorno che Rifondazione ha presentato e che verrà discusso il 17 Luglio riguarda la pubblicazione in internet degli atti dei Consigli Comunali al fine di rendere concreto quel proposito di trasparenza e partecipazione dei cittadini alla vita del municipio e rendere famigliari a tutti i meccanismi che regolano la vita democratica dell’amministrazione; proponiamo che si utilizzi il sito web già in uso dal Comune e sfruttando un mezzo che oramai è presente nelle case di (quasi) tutti. Siamo certi che troveremo la maggioranza assai favorevole all’introduzione di questo sistema per consentire a tutti i “naviganti” di essere informati in tempo quasi reale dei documenti approvati dall’amministrazione dato che la partecipazione è alla base, come si diceva sopra, del programma di Colli e della sua squadra.

Piuttosto spinoso l’argomento dell’interpellanza che ha per oggetto gli accessi al nido. Sappiamo che l’aumento della popolazione fa aumentare la richiesta dei servizi al cittadino, richieste che, evidentemente, non sempre vengono soddisfatte. E allora chiediamo all’amministrazione come intenda sopperire alla scarsità di posti al nido come intenda evitare che numerose famiglie non possano usufruire di questo servizio che, ricordiamolo, ha un indubbio valore di ausilio nella cura dei piccolissimi, oltre ad un valore educativo che è, per la provincia di Reggio Emilia, un vero fiore all’occhiello dalla fama mondiale.

Nel nostro programma proponevamo che delle risorse adeguate fossero impiegate proprio su questo capitolo onde evitare di escludere in futuro bambini dal nido. La nostra proposta va oltre la ripetizione della solita consuetudine di dare risorse alle scuole private. Sappiamo che ad oggi sarebbe impossibile fare un taglio drastico ma un progetto a medio/lungo periodo di amministrazione deve tendere alla riduzione progressiva dei finanziamenti alle scuole private, per invertire il trend di privatizzazione dell’istruzione che non garantisce, secondo noi, un’istruzione per tutti e tutte, laica e di qualità.

Aspettiamo, comunque, la risposta della nuova Giunta a questo problema per tutta la nostra comunità e anche su questo offriamo la nostra piena collaborazione a trovare soluzioni, ovviamente di sistema.

lunedì 6 luglio 2009

Sicurezza: di chi e di che cosa

di Dino Greco - da Liberazione del 4 luglio 2009

Talvolta si intrecciano fatti, si verificano fortuite concomitanze che rendono chiaro, più di ogni sofisticato argomento, il senso delle cose. E' esattamente ciò che è accaduto in questi giorni, rispettivamente, in una stazione ferroviaria, quella di Viareggio, e nel Parlamento della Repubblica. Nel primo caso, la plateale elusione delle misure di sicurezza ha causato una strage di enormi proporzioni. Si è lì nuovamente materializzata la tragica realtà che quotidianamente si presenta davanti ai nostri occhi. Parlo degli infortuni sul lavoro, dei morti, dei feriti, degli invalidi, tanti quanti ne produce una guerra. Perché di una guerra si tratta. Scatenata proditoriamente, con dolo. Frutto di incuria, di intensificazione dei ritmi e di prolungamento sciagurato degli orari di lavoro, della precarietà dei rapporti di lavoro e di una disciplina legislativa che ne favorisce la moltiplicazione, dell' assenza di misure di prevenzione e di controlli, dell'evanescente regime sanzionatorio, al limite dell'impunità, per i responsabili delle violazioni di legge. Ecco, la sicurezza, per davvero costitutiva del diritto e della dignità umana, è qui sistematicamente negata. Come lo è quando le persone vengono private del lavoro senza attrezzare un decente sistema di ammortizzatori sociali. O come quando si abbattono i rendimenti pensionistici fino a trasformare in un'avventura la semplice sussistenza. O quando le reti di protezione sociale, di promozione della vita comunitaria, sono talmente evanescenti da generare anomia, paura, solitudine sino alla malattia mentale. O quando le due, forse tre generazioni più giovani guardano al proprio futuro senza alcuna certezza, avendo del tutto smarrito la consapevolezza di avere dei diritti, sanciti e protetti dalla suprema legge dello Stato, eppure caduti nell'oblio perché travolti da una legislazione che ne ha via via eroso efficacia ed esigibilità. E compromessi da una politica che ha ripudiato il concetto stesso di solidarietà. Di questa sicurezza non vi è traccia alcuna, e da tempo, nelle politiche dei governi. Primariamente, di questo governo, campione ineguagliato della scientifica demolizione del welfare. Della sicurezza, come sicurezza sociale, si è persa la nozione, il significato più profondo. Anch'essa è diventata una parola malata, introiettata nel senso comune come il portato di quella paranoia collettiva che vede nel contiguo più debole un concorrente o, peggio, una minaccia, un nemico, massimamente se immigrato. L'idea che troneggia è che c'è penuria. Penuria di tutto. Di reddito, di lavoro, di case, di spazio vitale.
Questo giornale si sforza ogni giorno di dimostrare che le risorse per un'altra politica, per altre risposte, ci sono, ma vengono sequestrate e dissipate da una ristretta porzione di cittadini, spesso violando la stessa legge tributaria.
Ma, più in profondità, in ragione di un'architettura politica e sociale sempre più classista. E di una cultura che ha fatto libero spaccio della fola secondo cui la disuguaglianza è il motore dello sviluppo. Il fatto è che se non ti accorgi di questa flagrante bugia, oppure se non credi più nella possibilità di rovesciare questa iniqua ripartizione della ricchezza prodotta dal lavoro sociale, allora ti arrocchi, ripieghi nel tuo "particulare" e provi, per velleitario che si riveli questo sforzo, a difenderti da solo! Non più contro la soverchiante potenza di chi sta sopra di te e dispone di una forza che ti appare inattaccabile. Bensì contro chi sta sotto, che ti è più prossimo e più vicino. Nel quale non vedi più colui che può condividere con te una via di possibile riscatto. Ma come una persona ostile. Oggi lo straniero è indicato come il responsabile di tutte le nostre privazioni e frustrazioni. E' da lui che senti di doverti difendere. E' lui l'agnello sacrificale di un rito fraudolento che rende tutti incarogniti e peggiori. Individui isolati, prigionieri dei propri egoismi, uniti soltanto dalla comune percezione di sentirsi indifesi. A maggior ragione dentro una crisi che ognuno è costretto ad affrontare in solitudine. E' in questo brodo fetido che prende corpo e recluta proseliti la risposta repressiva, che risolve ogni contraddizione in un problema di ordine pubblico.
Ecco allora, nel giorno stesso in cui un convoglio deraglia su una fatiscente rete ferroviaria ed una più che evitabile disgrazia stronca ventidue vite, che la maggioranza di centrodestra sforna la sua ricetta salvifica: l'introduzione del reato di clandestinità, in un Paese la cui legislazione xenofoba, quella che ha già scavato un fossato fra noi e il dettato costituzionale, non fa che generare illegalità, ricatto, sfruttamento, sfondamento dello stato di diritto. Migranti, graffitari, clochard, ambulanti abusivi: ecco qui i nemici della civile convivenza, dai quali proteggersi attraverso ronde e vigilantes, secondo i più vieti canoni dell'apartheid. Si inizia sempre così. Poi, quando la degenerazione ha compiuto sino in fondo il suo corso, a tempo debito, arriva sempre chi appiccica sul petto dei reietti di turno una stella di Davide. Non solo è già accaduto. Come si stancava di ammonirci Primo Levi, può ancora accadere.

mercoledì 1 luglio 2009

Rifondazione sulla strage di Viareggio: “Condoglio ma anche denuncia”

Esprimo il mio profondo cordoglio per le vittime della strage che è avvenuta a Viareggio e un forte ringraziamento a tutti coloro che - volontari, vigili del fuoco, semplici cittadini - hanno prestato la loro opera di soccorso durante tutta la notte.

Ritengo però anche necessario denunciare come tragedie come queste siano largamente annunciate dalla scarsità di attenzione e manutenzione che caratterizza l'attuale gestione delle ferrovie italiane. Tutte le risorse vengono assorbite dalla vetrina dell'alta velocità e mancano le risorse per l'ordinaria manutenzione.

Quella di Viareggio non è una disgrazia ma l'esito statisticamente prevedibile di una politica ferroviaria che bada solo all'immagine e ai profitti. Il governo né è il principale responsabile.

Paolo Ferrero
Segretario Nazionale Prc


Nella catastrofe di Viareggio si evidenzia come e quanto la vita delle persone sia ostaggio del Caso e della oggettiva dolosità con la quale si gestisce "Trenitalia spa".

Se fosse confermato il "cedimento strutturale" saremmo dinanzi ad una sciagura che doveva e poteva essere prevista ed evitata. Non basta, anzi è persino offensivo, individuare le responsabilità ad esclusivo carico della ditta costruttrice.

I vagoni, anche per la particolarità del carico, avrebbero dovuto essere adeguatamente controllati. Ma la legge dell'aziendalizzazione delle ex FS, oggi appunto spa, evidentemente è più forte di qualsiasi ragione pubblica.

Manutenzione di binari e mezzi, manovra, personale viaggiante, tutto risulta drammaticamente sottodimensionato per risorse e personale. Si parla, credibilmente, di un sottodimensionamento oscillante fra il 30% e 40%.

Già altri convogli, a Vaiano in provincia di Prato ed a Pisa, nelle scorse settimane avevano dimostrato la fatiscenza di tutto l'insieme del trasporto merci.

Nell'esprimere tutta la nostra solidarietà alle vittime, ai loro familiari e alla città di Viareggio, non possiamo che domandarci: per quanto ancora potremo accettare di buttare miliardi sull'alta velocità per far guadagnare a qualche signore 20 minuti da Roma a Milano, e non investire in qualità e sicurezza nel trasporto dei pendolari e delle merci?

Dinanzi all'ennesima prova delle insanabili contraddizioni fra aziendalizzazioni, profitto e pubblico interesse speriamo che quantomeno nell'accertare le responsabilità non siano fatti sconti alla potentissima lobby delle ferrovie.

Stefano Cristiano
Segretario Regionale Prc

Nino Frosini
Segretario Regionale Pdci