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mercoledì 24 marzo 2010

Appello contro l'astensionismo

da Nuvole.it


Un sordo desiderio di astensione, o di scheda bianca, segna questa campagna elettorale. C'è perfino chi fa esplicita propaganda per il non voto. La voglia di sottrarsi alla scelta non è senza motivi. Lo spettacolo quotidianamente offerto dalla maggioranza di governo e dal suo leader è a dir poco disgustoso. E sicuramente dannosissime sono per la stragrande maggioranza degli italiani le politiche che il governo sta conducendo. Non solo i mali di cui soffre il paese si vanno rapidamente aggravando – disoccupazione, arretratezza del sistema industriale, infiltrazioni criminali, declino del Mezzogiorno – ma il dirigismo manageriale del governo, simbolizzato dalla bulimica espansione degli interventi della Protezione civile, testimonia solo un incontenibile slancio predatorio. Se si può ridurre a una formula semplice ciò che accade, suggeriamo la seguente: ci stanno mangiando vivi. Ove non bastasse, il paese è stato investito, per iniziativa dei partiti di governo, da una squallida ventata di razzismo, che sta azzerando i più elementari principi della convivenza democratica: tolleranza e rispetto dell'altro. La nausea per tutto questo, e per molte altre cose ancora, è un buon motivo per non votare.

Sul fronte opposto, non possiamo non constatare malinconicamente l'assoluta inadeguatezza dell'opposizione. La quale, salvo rare eccezioni, sembra rassegnata a sopravvivere parassitariamente sulle spalle della magistratura. Gli italiani sono ben consapevoli dell'infima moralità di chi ci governa, come sono ben consapevoli della sua ferma volontà di travolgere ogni regola pur di garantirsi l'impunità. Per alcuni ciò è indifferente. Per altri non lo è per nulla, ma l'opposizione sembra non saper fare molto di più che ricordarcelo. Avremmo bisogno di sentir parlare di lavoro, di ambiente, di istruzione, di servizi pubblici in decadenza. Sentiamo parlare solo dei misfatti del premier e dei suoi tentativi di sottrarsi alla giustizia. È troppo poco, anzi è nulla. Deprimente è anche in gran parte il personale che affolla le liste elettorali della sinistra. Il più dequalificato Parlamento della storia repubblicana lo è a destra come a sinistra. La mediocrità dei candidati è in piena sintonia con lo stato del Parlamento e non offre di sicuro grandi motivi per votare. Eppure noi riteniamo che il non voto sia un gravissimo errore. In special modo nell'attuale congiuntura politica. Una vittoria di Berlusconi, dovesse anche contrarsi il suo elettorato a causa di una larga astensione di destra, verrebbe subito decifrata come un mandato a promuovere un'ulteriore involuzione della democrazia italiana. È verosimile che Berlusconi comunque interpreti in tal modo qualsiasi responso delle urne. Ma non possiamo fornirgli scuse. Né possiamo indurlo a ritenere che una parte dell'elettorato sia rassegnato alle sue iniziative.

C'è un altro elemento su cui tutti dovremmo riflettere. Lo stato della politica italiana è disastroso. Scandolosa è la destra, deprimente è la sinistra, con Casini che si affanna nel mezzo. A sua volta la sinistra popolare, o radicale, è stata devastata dalla volontà di annientarla di Veltroni, ma anche dai narcisismi della sua leadership. Resta tuttavia da vedere se abbiamo il diritto di chiamarci fuori. E' troppo facile. La politica è, dopotutto, lo specchio del paese. Non abbiamo, ciascuno di noi, qualche responsabilità del suo stato? Certo, le procedure democratiche sono state ricongegnate in modo da ridurre il voto a una procedura di acclamazione, dell'uno o dell'altro leader, minimizzando il coinvolgimento dei cittadini. Ma mille esempi dimostrano che l'esclusione non è assoluta, che è possibile aggirarla, che la domanda di rinnovamento può anche salire dal basso e diventare ineludibile. Di contro è sicuro che se il disgusto o lo scoramento hanno la meglio, magari amplificando, tramite l'astensione o le schede bianche, il seguito elettorale della destra, nulla di buono può venirne. E, per come stanno ormai le cose, potrebbe anche non esserci un'altra occasione. Votiamo, e votiamo per qualcuno, anche se ci piace molto poco. E' un dovere civico, oggi come non mai. Aiutateci anzitutto a far circolare questo appello.


La Redazione di Nuvole - http://www.nuvole.it

mercoledì 10 marzo 2010

La Federazione della Sinistra di Reggio Emilia aderisce allo sciopero generale di venerdì 12 Marzo 2010 indetto dalla CGIL


La Federazione della Sinistra di Reggio Emilia aderisce allo sciopero generale di venerdì 12 Marzo 2010 indetto dalla CGIL.

Ci risiamo. Mentre crolla l'economia del paese, milioni di persone perdono il posto di lavoro e aumenta spaventosamente la cassa integrazione (+130% rispetto allo stesso periodo del seppur nero 2009 - dati INPS), questo governo, invece di pensare a tutele per i lavoratori, usa la crisi per programmare un ulteriore aumento della precarietà delle condizioni di lavoro e per attaccare le condizioni della vita democratica del paese.
Noi della Federazione delle Sinistra aderiamo allo sciopero generale perchè: chiediamo il blocco dei licenziamenti; chiediamo un vero contrasto alle delocalizzazioni; chiediamo l'aumento di salari e pensioni; chiediamo un fisco più giusto, che colpisca le rendite e non salari e pensioni; vogliamo bloccare l'ennesimo tentativo di Berlusconi di cancellare l'articolo 18; chiediamo l'abrogazione della Legge Bossi-fini e l'abolizione del reato di clandestinità, per contrastare le nuove schiavitù.

Nello specifico: il cosiddetto “collegato lavoro” deciso dal Governo e approvato al Senato contiene norme che destrutturano i Contratti e, di fatto, annullano le tutele previste dall’Art. 18 dello Statuto dei lavoratori.
Noi della Federazione della Sinistra di Reggio Emilia sottolineiamo che questo nuovo e gravissimo attacco ai diritti del lavoro e della democrazia, ulteriore frutto velenoso dell’Accordo separato sul sistema contrattuale, va respinto con la massima mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori.
Attraverso la certificazione individuale potrà essere chiesto alle lavoratrici ed ai lavoratori di sottoscrivere all’atto dell’assunzione condizioni in deroga ai Contratti nazionali e peggiorative anche per i termini che riguardano la giusta causa. Inoltre potrà essere richiesta la sottoscrizione della rinuncia a ricorrere al Giudice del lavoro per ogni contenzioso riguardante il rapporto di lavoro e il licenziamento.
Il ricorso all’arbitrato in alternativa al Giudice del lavoro diventa così una norma “capestro” che sarà sottoposta al lavoratore nell’atto in cui è più ricattabile ovvero al momento in cui viene assunto. In questo modo la tutela dell’Art. 18 viene annullata e resa inagibile. E’ un chiaro disegno per ripristinare un potere autoritario e indiscutibile del datore di lavoro che punta a cancellare cento anni di lotte con cui si è conquistato il diritto nel lavoro.
Altri aspetti inaccettabili della Legge approvata dal governo, che si configura come una vera e propria controriforma del diritto sul lavoro sono: la limitazione nei tempi per ricorrere contro i licenziamenti; la limitazione quantitativa per l’accesso ai benefici del prepensionamento dei lavoratori “usurati”; l’abbassamento dell’età di apprendistato a 15 anni, che riporta il diritto allo studio ai più bassi livelli europei; la delega dei 24 mesi al Governo per fare la riforma degli ammortizzatori sociali e per le politiche dell’occupazione del lavoro femminile, che sottrae queste materie al Parlamento e al confronto con le parti sociali.

La Federazione della Sinistra chiama tutti i lavoratori e le lavoratrici a scendere in piazza il 12 marzo per lo sciopero generale che a questo punto dovrà avere come punto fondamentale la difesa del Contratto nazionale e l’Art. 18 ed essere l’avvio di una vera e propria lotta nei confronti del Governo e della Confindustria.

Federazione della Sinistra (Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Socialismo 2000, Lavoro e Solidarietà)
Reggio Emilia