La Sinistra l’Arcobaleno ha cominciato finalmente il suo percorso; l’assemblea che ha visto riunite migliaia di persone a Roma l’8 e il 9 Dicembre presso la sede della nuova fiera della capitale, ha prodotto una Dichiarazione d’intenti molto chiara, condivisa da tutti i soggetti partecipanti e che ha posto le basi per cominciare fin d’ora a lavorare per la costruzione di un nuovo soggetto politico di sinistra, come si è detto, unitario e plurale. Associazioni, singoli e partiti hanno inteso iniziare un percorso di costruzione della sinistra sulla base della condivisione di valori e principi che da sempre la caratterizza. I temi del lavoro, dell’ambiente, dei diritti civili, della famiglia, della questione di genere hanno coinvolto migliaia di persone che hanno partecipato attivamente ai gruppi di lavoro organizzati per l’8 Dicembre. Il confronto ha prodotto esiti positivi; i segretari dei 4 partiti hanno tenuto posizioni molto simili riguardo alla piaga del precariato e alla difesa del lavoro salariato, ai diritti civili, alla crisi della famiglia e, più concretamente, sulle modalità di costruzione della sinistra che dovrà essere unitaria, ma anche plurale come dice Giordano, segretario di Rifondazione Comunista. Plurale significa rispetto della storia passata di ciascun soggetto e il rispetto di alcune forme d’identità che non devono certamente essere trascurate. Pur essendo utile sottolineare dunque che il percorso non sarà facile e forse sarà lungo, l’obiettivo rimane comunque l’unità d’intenti e di azione. L’assemblea di Roma è stata l’ufficializzazione di percorsi iniziati già da tempo a livello locale; da tempo nella nostra provincia si svolgono incontri, riunioni, tavoli di discussione che vedono coinvolti i soggetti della sinistra. Si deve ricordare un’occasione di grande rilievo che vedrà coinvolti i partecipanti della sinistra reggiana, tra cui il vice-sindaco di Reggio Ferretti e il ministro Ferrero il 17 Dicembre presso l’aula magna dell’Università alle 20. Anche in Val d’Enza sono già stati fatti incontri sulla base di temi e valori da condividere, il PRC da tempo è coinvolto direttamente come soggetto attivo in questo processo nei vari comuni della provincia e intende promuovere anche a Montecchio il progetto di un dialogo e un confronto aperto con chiunque si riconosca nella dichiarazione d’intenti sottoscritta a Roma, per costruire un percorso comune e condiviso sui grandi temi, sulla politica nazionale ma anche su quella locale.
Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea
Circolo "Lucio Libertini" Montecchio Emilia
prc.montecchio@gmail.com
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14 dicembre 2007
La Sinistra, l'Arcobaleno
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Etichette: Sinistra Arcobaleno
07 dicembre 2007
Molto rumore per nulla
“Molto rumore per nulla” è il titolo di una commedia teatrale scritta da William Shakespeare in cui l'elemento giocoso si fonde a quello tragico e lo sviluppo della trama propone di sviare la storia dall'”happy end” cui tuttavia, alla fine, volge. Si potrebbe dare lo stesso titolo al polverone sollevato dalla Lega Nord a proposito dello spostamento del luogo di culto che sarà affittato alla comunità musulmana montecchiese. L’elemento “giocoso” della nostra storia è la presenza dell’europarlamentare Borghezio a Montecchio per effettuare un sopralluogo al prefabbricato TAV per certificare chissà quale impedimento al ritrovo di via S. Rocco e l’elemento tragico è la strumentalizzazione della Lega che a livello locale tenta di gettare benzina sul fuoco.
È innegabile che sempre di più stia dilagando una forte percezione di insicurezza che non si può imputare, come fa qualcuno, alla presenza di migranti; il crescente malessere non proviene solo dall’esterno, anzi. L’insicurezza che si è progressivamente appropriata delle persone negli ultimi anni dipende soprattutto dall’incapacità di trovare una stabilità sociale certa. Sempre di più è difficile avere un lavoro e uno stipendio che permetta una progettualità di vita a medio-lungo termine. La precarietà del lavoro, salari e pensioni insufficienti, infortuni e morti sul lavoro, welfare e servizi sempre più merce e sempre meno diritti creano quella instabilità personale che, in un contesto collettivo, porta ad una sempre maggior diffusa percezione di insicurezza.
In una siffatta situazione, è ovviamente più semplice trovare nelle fasce più deboli e marginali il capro espiatorio che cercare di individuare e risolvere i problemi alla radice.
La mercificazione dei lavoratori attraverso le forme del precariato e la mercificazione dei diritti conseguenti le esternalizzazioni dei servizi e lo storico passaggio da “cittadini” a “consumatori” hanno comportato una progressiva e inesorabile riduzione della qualità della vita in larga parte della popolazione, in particolare nelle sue fasce più deboli quali giovani e giovanissimi, anziani e migranti. L’individualismo e l’opportunismo personale ha negli ultimi decenni lentamente preso il posto dell’interesse collettivo e della solidarietà sociale comportando una guerra tra poveri. In un paese in cui milioni di persone cercano di sopravvivere con meno di mille euro al mese, in cui il 60% circa dei nuovi contratti di lavoro è costituito da contratti precari senza prospettive e diritti, in cui ogni anno vi sono quasi 1500 morti e centinaia di migliaia di infortuni sul lavoro e in cui l’80% delle violenze fisiche avviane in famiglia, siamo ancora così sicuri che il problema sia l’affitto di uno spazio adibito a luogo di culto ?
È per noi evidente che c’è chi invita a guardare il dito invece che la luna, e tutto ciò accade anche a Montecchio: mentre si “bisboccia” su di un luogo di ritrovo già presente sul territorio invitando addirittura un europarlamentare, le cui gesta manifestatamente xenofobe sono sotto gli occhi di tutti e pare inutile ricordarle, molte famiglie che lavorano nel nostro comune passeranno un natale decisamente più rattristato dall'incertezza di un lavoro precario o dal timore di perdere il lavoro e di finire in un insanabile vortice di insicurezza. Crediamo fermamente che sia il caso di iniziare a guardare la luna.
Rifondazione Comunista è disponibile a confrontarsi con chiunque sia deciso a lavorare per risolvere i problemi e non ad acuirli.
È innegabile che sempre di più stia dilagando una forte percezione di insicurezza che non si può imputare, come fa qualcuno, alla presenza di migranti; il crescente malessere non proviene solo dall’esterno, anzi. L’insicurezza che si è progressivamente appropriata delle persone negli ultimi anni dipende soprattutto dall’incapacità di trovare una stabilità sociale certa. Sempre di più è difficile avere un lavoro e uno stipendio che permetta una progettualità di vita a medio-lungo termine. La precarietà del lavoro, salari e pensioni insufficienti, infortuni e morti sul lavoro, welfare e servizi sempre più merce e sempre meno diritti creano quella instabilità personale che, in un contesto collettivo, porta ad una sempre maggior diffusa percezione di insicurezza.
In una siffatta situazione, è ovviamente più semplice trovare nelle fasce più deboli e marginali il capro espiatorio che cercare di individuare e risolvere i problemi alla radice.
La mercificazione dei lavoratori attraverso le forme del precariato e la mercificazione dei diritti conseguenti le esternalizzazioni dei servizi e lo storico passaggio da “cittadini” a “consumatori” hanno comportato una progressiva e inesorabile riduzione della qualità della vita in larga parte della popolazione, in particolare nelle sue fasce più deboli quali giovani e giovanissimi, anziani e migranti. L’individualismo e l’opportunismo personale ha negli ultimi decenni lentamente preso il posto dell’interesse collettivo e della solidarietà sociale comportando una guerra tra poveri. In un paese in cui milioni di persone cercano di sopravvivere con meno di mille euro al mese, in cui il 60% circa dei nuovi contratti di lavoro è costituito da contratti precari senza prospettive e diritti, in cui ogni anno vi sono quasi 1500 morti e centinaia di migliaia di infortuni sul lavoro e in cui l’80% delle violenze fisiche avviane in famiglia, siamo ancora così sicuri che il problema sia l’affitto di uno spazio adibito a luogo di culto ?
È per noi evidente che c’è chi invita a guardare il dito invece che la luna, e tutto ciò accade anche a Montecchio: mentre si “bisboccia” su di un luogo di ritrovo già presente sul territorio invitando addirittura un europarlamentare, le cui gesta manifestatamente xenofobe sono sotto gli occhi di tutti e pare inutile ricordarle, molte famiglie che lavorano nel nostro comune passeranno un natale decisamente più rattristato dall'incertezza di un lavoro precario o dal timore di perdere il lavoro e di finire in un insanabile vortice di insicurezza. Crediamo fermamente che sia il caso di iniziare a guardare la luna.
Rifondazione Comunista è disponibile a confrontarsi con chiunque sia deciso a lavorare per risolvere i problemi e non ad acuirli.
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Etichette: Immigrazione, Montecchio
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