“Molto rumore per nulla” è il titolo di una commedia teatrale scritta da William Shakespeare in cui l'elemento giocoso si fonde a quello tragico e lo sviluppo della trama propone di sviare la storia dall'”happy end” cui tuttavia, alla fine, volge. Si potrebbe dare lo stesso titolo al polverone sollevato dalla Lega Nord a proposito dello spostamento del luogo di culto che sarà affittato alla comunità musulmana montecchiese. L’elemento “giocoso” della nostra storia è la presenza dell’europarlamentare Borghezio a Montecchio per effettuare un sopralluogo al prefabbricato TAV per certificare chissà quale impedimento al ritrovo di via S. Rocco e l’elemento tragico è la strumentalizzazione della Lega che a livello locale tenta di gettare benzina sul fuoco.
È innegabile che sempre di più stia dilagando una forte percezione di insicurezza che non si può imputare, come fa qualcuno, alla presenza di migranti; il crescente malessere non proviene solo dall’esterno, anzi. L’insicurezza che si è progressivamente appropriata delle persone negli ultimi anni dipende soprattutto dall’incapacità di trovare una stabilità sociale certa. Sempre di più è difficile avere un lavoro e uno stipendio che permetta una progettualità di vita a medio-lungo termine. La precarietà del lavoro, salari e pensioni insufficienti, infortuni e morti sul lavoro, welfare e servizi sempre più merce e sempre meno diritti creano quella instabilità personale che, in un contesto collettivo, porta ad una sempre maggior diffusa percezione di insicurezza.
In una siffatta situazione, è ovviamente più semplice trovare nelle fasce più deboli e marginali il capro espiatorio che cercare di individuare e risolvere i problemi alla radice.
La mercificazione dei lavoratori attraverso le forme del precariato e la mercificazione dei diritti conseguenti le esternalizzazioni dei servizi e lo storico passaggio da “cittadini” a “consumatori” hanno comportato una progressiva e inesorabile riduzione della qualità della vita in larga parte della popolazione, in particolare nelle sue fasce più deboli quali giovani e giovanissimi, anziani e migranti. L’individualismo e l’opportunismo personale ha negli ultimi decenni lentamente preso il posto dell’interesse collettivo e della solidarietà sociale comportando una guerra tra poveri. In un paese in cui milioni di persone cercano di sopravvivere con meno di mille euro al mese, in cui il 60% circa dei nuovi contratti di lavoro è costituito da contratti precari senza prospettive e diritti, in cui ogni anno vi sono quasi 1500 morti e centinaia di migliaia di infortuni sul lavoro e in cui l’80% delle violenze fisiche avviane in famiglia, siamo ancora così sicuri che il problema sia l’affitto di uno spazio adibito a luogo di culto ?
È per noi evidente che c’è chi invita a guardare il dito invece che la luna, e tutto ciò accade anche a Montecchio: mentre si “bisboccia” su di un luogo di ritrovo già presente sul territorio invitando addirittura un europarlamentare, le cui gesta manifestatamente xenofobe sono sotto gli occhi di tutti e pare inutile ricordarle, molte famiglie che lavorano nel nostro comune passeranno un natale decisamente più rattristato dall'incertezza di un lavoro precario o dal timore di perdere il lavoro e di finire in un insanabile vortice di insicurezza. Crediamo fermamente che sia il caso di iniziare a guardare la luna.
Rifondazione Comunista è disponibile a confrontarsi con chiunque sia deciso a lavorare per risolvere i problemi e non ad acuirli.
È innegabile che sempre di più stia dilagando una forte percezione di insicurezza che non si può imputare, come fa qualcuno, alla presenza di migranti; il crescente malessere non proviene solo dall’esterno, anzi. L’insicurezza che si è progressivamente appropriata delle persone negli ultimi anni dipende soprattutto dall’incapacità di trovare una stabilità sociale certa. Sempre di più è difficile avere un lavoro e uno stipendio che permetta una progettualità di vita a medio-lungo termine. La precarietà del lavoro, salari e pensioni insufficienti, infortuni e morti sul lavoro, welfare e servizi sempre più merce e sempre meno diritti creano quella instabilità personale che, in un contesto collettivo, porta ad una sempre maggior diffusa percezione di insicurezza.
In una siffatta situazione, è ovviamente più semplice trovare nelle fasce più deboli e marginali il capro espiatorio che cercare di individuare e risolvere i problemi alla radice.
La mercificazione dei lavoratori attraverso le forme del precariato e la mercificazione dei diritti conseguenti le esternalizzazioni dei servizi e lo storico passaggio da “cittadini” a “consumatori” hanno comportato una progressiva e inesorabile riduzione della qualità della vita in larga parte della popolazione, in particolare nelle sue fasce più deboli quali giovani e giovanissimi, anziani e migranti. L’individualismo e l’opportunismo personale ha negli ultimi decenni lentamente preso il posto dell’interesse collettivo e della solidarietà sociale comportando una guerra tra poveri. In un paese in cui milioni di persone cercano di sopravvivere con meno di mille euro al mese, in cui il 60% circa dei nuovi contratti di lavoro è costituito da contratti precari senza prospettive e diritti, in cui ogni anno vi sono quasi 1500 morti e centinaia di migliaia di infortuni sul lavoro e in cui l’80% delle violenze fisiche avviane in famiglia, siamo ancora così sicuri che il problema sia l’affitto di uno spazio adibito a luogo di culto ?
È per noi evidente che c’è chi invita a guardare il dito invece che la luna, e tutto ciò accade anche a Montecchio: mentre si “bisboccia” su di un luogo di ritrovo già presente sul territorio invitando addirittura un europarlamentare, le cui gesta manifestatamente xenofobe sono sotto gli occhi di tutti e pare inutile ricordarle, molte famiglie che lavorano nel nostro comune passeranno un natale decisamente più rattristato dall'incertezza di un lavoro precario o dal timore di perdere il lavoro e di finire in un insanabile vortice di insicurezza. Crediamo fermamente che sia il caso di iniziare a guardare la luna.
Rifondazione Comunista è disponibile a confrontarsi con chiunque sia deciso a lavorare per risolvere i problemi e non ad acuirli.
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