Qualche giorno fa è stata sollevata dalla destra montecchiese una questione relativa ai profughi che il nostro paese ha accolto a seguito dell'inizio della guerra in Libia e che ha visto tantissime persone fuggire e lasciare con ogni mezzo quella terra tra agosto e settembre.
Non smentendosi, la destra ha trattato il tema, umano e delicato, con il solito approccio razzista ed intollerante: per la destra, chiunque arrivi nel nostro paese bisognoso di riscostruirsi una vita, è automaticamente un peso per la collettività autoctona.
Per questa ragione, alla consigliera Montanari e a Filippi non vale nemmeno la pena rispondere. Non per questo, però, non si può approvare quanto ha fatto l'Amministrazione montecchiese che ha trattato la questione con una modalità alquanto superficiale, prestando così il fianco alle accuse mosse da Montanari e Filippi.
La nostra Amministrazione ha tenuto all'oscuro la cittadinanza dell'arrivo dei profughi, li ha tenuti lontano e separati dal contesto cittadino e non ha iniziato con essi un percorso positivo e di valorizzazione; è ovvio che ciò non può che andare a finire male facendo percepire ai cittadini questi profughi come estranei dal paese, come emarginati, come un peso appunto. In altri comuni della provincia, sempre amministrati dal PD, questo va sottolineato, non solo i profughi sono stati accolti con il giusto spirito di solidarietà, ma le persone arrivate sono state presentante ai propri cittadini e non appena è stato possibile dal punto di vista burocratico, è stato chiesto loro di aiutare la collettività creando tra profughi e cittadini un reale legame umano e solidale. gli strumenti per fare ciò ci sono e sono a costo zero.
Sicuramente un maggior coordinamento tra amministratori avrebbe potuto far gestire molto meglio questa faccenda, trasformandola da un puro atto di solidarietà a opportunità per tutti di crescere come collettività e per queste persone, venute da lontano, una nuova opportunità di vita.
Come al solito ci sono molti modi di valutare una questione e prendere decisioni: la neutralità, il minimo indispensabile, il timore di deludere qualcuno e il tentativo di accontentare tutti con il risultato, scontato, di ottenere l'effetto contrario è il modo peggiore di amministrare.
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