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12 aprile 2008

Fausto Bertinotti. Appello agli indecisi

Fausto Bertinotti


La campagna elettorale si è ormai consumata. In essa si sono sovrapposti due piani.

Il balletto insopportabile della politica separata, ridotta al confronto tra due soli contendenti che si assomigliano nel linguaggio e nelle proposte. E’ la pulsione neocentrista come esito della transizione irrisolta della crisi sociale, economica e politica. E’ l’esito su cui esplicitamente puntano i centri di comando dell’economia, della finanza, dell’informazione e dei poteri forti. Una camicia di forza sull’intero sistema politico per rendere le istituzioni impermeabili alle istanze sociali e al conflitto democratico.

Realizzare questo esito comporta l’eliminazione definitiva di quella che è stata chiamata l’anomalia italiana, ovvero la presenza di una sinistra politica, sociale, del mondo del lavoro, radicata nella società, rappresentata nelle istituzioni, influente nelle assemblee elettive.

Solo così si può comprendere l’apparente paradosso di una crisi, esplosa nel ventre molle del centro moderato e pagata, invece, con una rottura con la sinistra.

Si vuole arrivare allo splash down: la cancellazione della sinistra come strumento per la normalizzazione del caso italiano. Un obiettivo di fase che sta dentro un processo di americanizzazione di più lunga lena di cui va colta l’ispirazione di fondo: il conflitto di classe è ineliminabile ma ad esso può essere cancellata la rappresentanza politica e negata la politicità. Esso può esprimersi anche in forme radicali e diffuse ma senza che possa avere la capacità di scalare il livello della proposta generale di cambiamento. Esso va, quindi, sterilizzato dal punto di vista della possibilità di incisione nelle scelte di società.

C’è stata un’altra campagna elettorale, quella che abbiamo vissuto come Sinistra L’Arcobaleno, fatta di mille incontri, dibattiti, comizi. La campagna elettorale vissuta come l’aggiornamento dell’inchiesta sullo stato del Paese reale.

Questa ci restituisce l’immagine di un Paese sospeso tra ansia di cambiamento e sfiducia. Due facce anche qui che si sovrappongono. Nulla è semplice o può essere semplificato: questa rappresentazione doppia è dentro il corpo vivo e ferito del popolo della sinistra.

Non possiamo rivolgerci a questo popolo senza una autocritica sul tempo breve della crisi e sul processo di lungo respiro della ricostruzione della sinistra.

Non possiamo rivolgerci ad esso senza un bilancio di verità sui due anni di governo in cui la sinistra ha assunto ruoli importanti di responsabilità di governo e istituzionale.

Nei fatti, è stata smentita l’idea della permeabilità di quel governo da parte dei movimenti. Esso è stato assai più permeabile ai poteri forti che ne hanno condizionato le scelte attraverso la penetrazione dentro le principali forze che lo sostenevano: sulla redistribuzione del reddito, sulla lotta alla precarietà, sull’estensione dei diritti civili e così via. Così è ripiombato nella logica dei due tempi.

Abbiamo colto il senso di quell’esito.

La Sinistra si presenta autonomamente alle elezioni. Non è una condizione a tempo. Sarà autonoma ugualmente dopo il voto.

Al popolo di sinistra, ci rivolgiamo con l’avvio di un nuovo processo di aggregazione.

Il progetto che la sinistra italiana presenta alla prova elettorale, ovvero la Sinistra L’Arcobaleno, è quello necessario. Ma non è ancora sufficiente.

La questione decisiva si ripropone e chiama in causa la capacità di tutti e di ognuno, a partire dai gruppi dirigenti degli attuali partiti, di mettersi in discussione dentro un processo partecipativo. Il vero punto di applicazione del processo unitario è, quindi, quello di aprirsi alla partecipazione, di cessare di essere vissuto come elemento proprietario dei partiti che chiamano associazioni e singoli ma non li rendono protagonisti a pari titolo.

Concludo con due argomenti che sono anche l’assunzione di una responsabilità solenne.

La sinistra italiana ha una grande tradizione: dalla storia del Partito Comunista, alle esperienze socialiste e alle altre forze della sinistra politica che hanno fatto la storia e costruito la democrazia di questo Paese, alle organizzazioni del lavoro e del conflitto di classe, a quella sinistra sociale e dei movimenti che ha innervato il tessuto partecipativo più attivo, a quelle culture politiche di trasformazione, dal femminismo, all’ambientalismo critico, al pacifismo che sono fondative della nuova sinistra. Il movimento altermondialista, la sua domanda di un altro mondo possibile, ne hanno riaperto la strada per il futuro. Ci vuole il nostro, il vostro concorso perché si concretizzi, perché si riprenda il cammino. Ci vogliono sentimenti caldi, passione, emozione. Dobbiamo metterli in opera.

Non si illudano: l’anomalia del caso italiano non sarà cancellata. Questo è il voto utile che chiediamo a tutte le donne e gli uomini di sinistra.
Qualsiasi esito del voto, non metterà in discussione il processo unitario in atto.

Abbiamo la forza di innovarci e cambiare per reggere la sfida di oggi, invertendo il processo di divisione e frantumazione. La Sinistra L’Arcobaleno è questo progetto, non è l’espediente per l’oggi ma l’investimento per il futuro.

Il 15 aprile parte il processo costituente della nuova sinistra.

2 commenti:

  1. Il 15 aprile parte il processo costituente della nuova sinistra"

    sarebbe stato l'auspicio di tutti, ma mi sono svegliato questa mattina,15 aprile dopo una serata da dimenticare e una notte un po' insonne, con la certezza che tutto è andato storto o meglio è andato come PdL e Pd (soprattutto) volevano andasse a finire: l'azzeramento parlamentare della Sinistra.
    Già alcuni commentatori radiofonici alle 7 del mattino
    aggiungevano amarezza ad amarezza: adesso che la Sinistra non è più rappresentata in parlamento, dicevano, bisognerà ben aprire gli occhi, perchè le frange più estremistiche potrebbero dare nuovo slancio al terrorismo(!!!)visto che 1.5 milioni di lavoratori che hanno votato a sinistra non hanno più la loro rappresentanza.
    Mi permetto di dire ma questo discorso vale solo per Noi? non dimentichiamoci che anche la Destra di Storace (1 miliome di voti ca) è rimasta fuori dal gioco parlamentare e che in quanto ad estremismo ed intolleranza non e' seconda a nessuno.
    Temo, a questo punto, che inizierà um nuovo periodo di demonizzazione nei nostri confronti, una campagna che cercherà di metterci ulteriormente in difficoltà e spingerci ad una ulteriore sconfitta nella prossima tornata elettorale (amministrative ed europee)
    Indubbiamente la scelta di una coalizione con Verdi e Comunisti italiani non ha pagato, ma avremo tempo (a freddo) per confrontarci e decidere (mi auguro) una nuova strategia e un nuovo percorso politico che porti ad una inversione di tendenza.

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  2. il confronto non dovrà mancare...in tanti abbiamo creduto nel nuovo simbolo e ora ci autoflagelliamo, ma questa non deve essere la strada giusta: AVANTI POPOLO ALLA RISCOSSA!!

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