Esprimo il mio profondo cordoglio per le vittime della strage che è avvenuta a Viareggio e un forte ringraziamento a tutti coloro che - volontari, vigili del fuoco, semplici cittadini - hanno prestato la loro opera di soccorso durante tutta la notte.
Ritengo però anche necessario denunciare come tragedie come queste siano largamente annunciate dalla scarsità di attenzione e manutenzione che caratterizza l'attuale gestione delle ferrovie italiane. Tutte le risorse vengono assorbite dalla vetrina dell'alta velocità e mancano le risorse per l'ordinaria manutenzione.
Quella di Viareggio non è una disgrazia ma l'esito statisticamente prevedibile di una politica ferroviaria che bada solo all'immagine e ai profitti. Il governo né è il principale responsabile.
Nella catastrofe di Viareggio si evidenzia come e quanto la vita delle persone sia ostaggio del Caso e della oggettiva dolosità con la quale si gestisce "Trenitalia spa".
Se fosse confermato il "cedimento strutturale" saremmo dinanzi ad una sciagura che doveva e poteva essere prevista ed evitata. Non basta, anzi è persino offensivo, individuare le responsabilità ad esclusivo carico della ditta costruttrice.
I vagoni, anche per la particolarità del carico, avrebbero dovuto essere adeguatamente controllati. Ma la legge dell'aziendalizzazione delle ex FS, oggi appunto spa, evidentemente è più forte di qualsiasi ragione pubblica.
Manutenzione di binari e mezzi, manovra, personale viaggiante, tutto risulta drammaticamente sottodimensionato per risorse e personale. Si parla, credibilmente, di un sottodimensionamento oscillante fra il 30% e 40%.
Già altri convogli, a Vaiano in provincia di Prato ed a Pisa, nelle scorse settimane avevano dimostrato la fatiscenza di tutto l'insieme del trasporto merci.
Nell'esprimere tutta la nostra solidarietà alle vittime, ai loro familiari e alla città di Viareggio, non possiamo che domandarci: per quanto ancora potremo accettare di buttare miliardi sull'alta velocità per far guadagnare a qualche signore 20 minuti da Roma a Milano, e non investire in qualità e sicurezza nel trasporto dei pendolari e delle merci?
Dinanzi all'ennesima prova delle insanabili contraddizioni fra aziendalizzazioni, profitto e pubblico interesse speriamo che quantomeno nell'accertare le responsabilità non siano fatti sconti alla potentissima lobby delle ferrovie.
Ritengo però anche necessario denunciare come tragedie come queste siano largamente annunciate dalla scarsità di attenzione e manutenzione che caratterizza l'attuale gestione delle ferrovie italiane. Tutte le risorse vengono assorbite dalla vetrina dell'alta velocità e mancano le risorse per l'ordinaria manutenzione.
Quella di Viareggio non è una disgrazia ma l'esito statisticamente prevedibile di una politica ferroviaria che bada solo all'immagine e ai profitti. Il governo né è il principale responsabile.
Paolo Ferrero
Segretario Nazionale Prc
Segretario Nazionale Prc
Nella catastrofe di Viareggio si evidenzia come e quanto la vita delle persone sia ostaggio del Caso e della oggettiva dolosità con la quale si gestisce "Trenitalia spa".
Se fosse confermato il "cedimento strutturale" saremmo dinanzi ad una sciagura che doveva e poteva essere prevista ed evitata. Non basta, anzi è persino offensivo, individuare le responsabilità ad esclusivo carico della ditta costruttrice.
I vagoni, anche per la particolarità del carico, avrebbero dovuto essere adeguatamente controllati. Ma la legge dell'aziendalizzazione delle ex FS, oggi appunto spa, evidentemente è più forte di qualsiasi ragione pubblica.
Manutenzione di binari e mezzi, manovra, personale viaggiante, tutto risulta drammaticamente sottodimensionato per risorse e personale. Si parla, credibilmente, di un sottodimensionamento oscillante fra il 30% e 40%.
Già altri convogli, a Vaiano in provincia di Prato ed a Pisa, nelle scorse settimane avevano dimostrato la fatiscenza di tutto l'insieme del trasporto merci.
Nell'esprimere tutta la nostra solidarietà alle vittime, ai loro familiari e alla città di Viareggio, non possiamo che domandarci: per quanto ancora potremo accettare di buttare miliardi sull'alta velocità per far guadagnare a qualche signore 20 minuti da Roma a Milano, e non investire in qualità e sicurezza nel trasporto dei pendolari e delle merci?
Dinanzi all'ennesima prova delle insanabili contraddizioni fra aziendalizzazioni, profitto e pubblico interesse speriamo che quantomeno nell'accertare le responsabilità non siano fatti sconti alla potentissima lobby delle ferrovie.
Stefano Cristiano
Segretario Regionale Prc
Nino Frosini
Segretario Regionale Pdci
Segretario Regionale Prc
Nino Frosini
Segretario Regionale Pdci
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