Come volevasi dimostrare; è quasi una uguaglianza matematica: se mettiamo una legislazione securitaria, che tratta le questioni relative all'immigrazione come solo problema di ordine pubblico, e aggiungiamo migliaia di persone disperate in fuga da paesi poveri o scenari di guerra, produciamo ricattabilità e sfruttamento dei migranti, e alimentiamo un mercato illegale di permessi di soggiorno, organizzato e gestito anche da italiani.
Stupisce? No, è matematico e logicamente prevedibile. Il lavoro degli immigrati è fondamentale per la nostra economia, uno Stato che non riconosca questo dato, che eriga muri, trincee e filo spinato lungo i suoi confini, non limita l'immigrazione ma la fa diventare clandestina e ricattabile; chi lavora nel nostro paese potrà continuare a farlo (nessuno ha interesse a che una parte consistente della forza lavoro se ne vada) ma avrà meno diritti, dovrà pagare, e quindi alimentare qualche organizzazione criminale, non sempre potrà ricevere lo stipendio in cambio del lavoro svolto (vedi alcune recenti vicende accadute proprio nella nostra bella provincia!) e non avrà alcuno cui rivolgersi per vedere riconosciuti i più elementari ed inviolabili diritti sanciti da ogni costituzione di ogni paese che si possa definire ancora civile.
Non ci riguarda?Il fatto che alcuni lavoratori non abbiano gli stessi diritti di altri, conquistati per tutti in decenni di lotte, il fatto che debbano sottostare a continui ricatti, il fatto che debbano essere assoggettati al caporalato, al lavoro nero, senza alcuna sicurezza, non riguarda tutti noi? Non lede i diritti di tutti? Non abbassa le conquiste sindacali di ogni lavoratore? Non riporta tutti all'anno zero delle tutele sociali?
La vicenda che vede coinvolto il direttore dell'ufficio postale di Montecchio, al di là di ogni considerazione nel merito degli eventi sui quali è chiamata a far luce la magistratura, dovrebbe piuttosto fermare l'attenzione di tutti sugli effetti prodotti dalla legge Bossi – Fini, che lega la "regolarità" del permesso di soggiorno alla presenza di un contratto di lavoro, facendo diventare irregolari anche migranti presenti nel nostro territorio da molti anni, qualora dovessero perdere il lavoro. Alla tragedia della perdita del lavoro, che in questo periodo di crisi molte famiglie stanno conoscendo, si aggiunge la tragedia di trovarsi clandestini in quel tessuto economico che si è contribuito a far crescere; su questa tragedia si alimenta e prospera il mercato dei falsi permessi di soggiorno. Oggi la nostra piccola comunità ha l'opportunità di riflettere su questi effetti, ha l'opportunità di crescere e, nel suo piccolo, di ribellarsi all'arretramento civile che è sotto gli occhi di tutti.
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