Le recenti scosse di terremoto che hanno sconvolto il tessuto sociale ed economico della zona tra Modena e Ferrara, arrivando a colpire, in modo fortunatamente più lieve, anche alcuni comuni della bassa reggiana, riportano di attualità alcune problematiche legate alle calamità naturali che di frequente colpiscono il nostro Paese.
Alluvioni e terremoti, negli ultimi anni, si sono portati via vite umane, attività produttive, elementi dell'identità del territorio. E come tutti sappiamo, il processo delle ricostruzioni non solo è lento ma troppo spesso infangato da inchieste giudiziarie che puntualmente arrivano e certificano speculazioni, corruzioni, appropriazioni indebite di denaro pubblico. La sensazione dei cittadini è che oltre al danno subito, arriva puntuale anche la beffa di tempi biblici e truffe per cui il ritorno ad una vita dignitosa è ulteriormente ostacolato.
Purtroppo le calamità naturali accadono e solo in parte sono prevedibili, ma tutti gli esperti sono unanimemente concordi nel sostenere che è necessario fare prima di tutto delle opere di prevenzione, di cura del territorio al fine, se non di evitare, almeno attenuare eventuali danni a cose e persone, e di fare quella necessaria formazione dei cittadini affinchè sappiano affrontare l'emergenza.
E' in considerazione di tutto ciò e, a maggior ragione, per quanto accaduto alcuni giorni fa a poco più di 50km da Montecchio, che Rifondazione Comunista chiederà quanto prima all'Amministrazione cosa fa e cosa ha eventualmente già fatto per prevenire che eventuali esondazioni dell'Enza o che un evento sismico di forte magnitudo creino danni ingenti o irreparabili e cosa fa rispetto alla sicurezza dei cittadini. Chiederemo se esiste un piano di evacuazione e qual è lo stato degli edifici pubblici, in particolare delle scuole.
Riteniamo, infatti, che se ci sono ancora cose da fare rispetto alla cura del territorio, alla manutenzione degli edifici pubblici, alla formazione dei cittadini, sia prioritario investire in prevenzione piuttosto che allargare il paese con nuove aree edificabili e con la nuova tangenziale, che, per altro, andrebbe ad inserirsi in modo "aggressivo" nel nostro paesaggio agrario e a pochi metri dal letto del torrente Enza.
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