Tra alcuni giorni i cittadini montecchiesi saranno chiamati a votare i propri rappresentanti in comune, in provincia e al parlamento europeo.
Per quanto riguarda il sindaco e il consiglio comunale di Montecchio la prospettiva che si ha di fronte è molto semplice. Ci sono sul campo tre proposte: una proposta di sinistra avanzata dalla lista Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, una moderata di centrosinistra rappresentata dalla lista Democratici Uniti e una di destra che unisce Popolo della libertà, Lega Nord e Unione di Centro.
Purtroppo i cittadini montecchiesi non hanno potuto assistere ad un pubblico confronto in quanto i candidati sindaci Colli e Reverberi sono scappati di fronte alla possibilità. Per molti, crediamo, già questo potrebbe essere un giudizio di merito.
Il Partito Democratico, assieme ad altre componenti del centrosinistra, propone un programma e una lista che non è né di continuità né di rottura rispetto alla vecchia amministrazione. E anche il programma ne risente. Le idee e i progetti sono, a nostro parere, fumosi e confusi. Sull’ambiente, sui servizi pubblici e sulla gestione della fase di crisi.
La proposta della destra si concentra contro gli immigrati. Per smontare questa propaganda populista potrebbe bastare ricordare che la legge che regola l’immigrazione è, da 7 anni, la 189 del 2002. Questa legge è meglio nota come “Bossi-Fini”. L’inefficacia di questa legge è sotto gli occhi di tutti. Inoltre, anche lasciando da parte l’aspetto morale, bisogna essere quantomeno in malafede per pensare di fermare flussi di persone con un territorio di circa 4000 chilometri di costa e con la parte maggiore che entra dalla Slovenia.
Anche da un punto di vista del governo di Montecchio, ci sono parecchie cose che ci trovano molto in disaccordo. Su tutte l’idea dei nidi aziendali e la proposta di dare bonus per i nati e case popolari a chi risiede in paese da più di 5 anni. La prima, in questa fase in cui le aziende chiudono per settimane o mesi, dimostra oltre alla pochezza del progetto educativo, anche la poca affidabilità temporale. La seconda invece lascia fuori da misure di stato sociale la fetta di popolazione che ne avrebbe più bisogno, ovvero i giovani che si sono trasferiti a Montecchio in questi ultimi due anni e che in grandissima parte sentono il disagio economico e sociale di un lavoro precario.
La proposta di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea risponde alla crisi economica che, causata dalle multinazionali e dai grandi capitali finanziari, si scarica pesantemente su lavoratori e artigiani. Il nostro programma si articola su quattro temi: lavoro e società, partecipazione e democrazia, ambiente e territorio, scuola e cultura.
Per dare sostegno ai lavoratori in difficoltà e alle loro famiglie, soprattutto in questa fase di crisi, proponiamo il ricalcolo delle tariffe comunali, la creazione di un fondo a sostegno della locazione e del pagamento del mutuo e l’avvio di spacci popolari per beni di prima necessità a prezzi calmierati.
Vogliamo mettere in pratica il bilancio partecipativo, organizzare referendum consultivi sulle questioni più importanti e per facilitare l’integrazione vogliamo allargare il diritto di voto a chi abita a Montecchio.
Ambiente vuol dire futuro! Continuando a consumare il territorio e le risorse limitate, sarà un pessimo futuro.
Stop alla edificazione selvaggia, raccolta porta a porta per dire no agli inceneritori, prodotti a Km zero, risparmio energetico e energia da fonti rinnovabili: prima di tutto l’amministrazione pubblica dovrà dare l’esempio per poi mettersi al fianco dei cittadini ed aiutarli nel passaggio a uno stile di vita più rispettoso dell’ambiente e della salute di tutti.
L'amministrazione deve garantire un'istruzione pubblica, laica e di qualità per tutti. I profondi tagli di risorse operate dal governo Berlusconi mettono in ginocchio la scuola pubblica, per questo è necessario che le risorse siano prioritariamente destinate ad essa.
Non chiediamo il voto di tutti. Anzi, siamo ostinatamente partigiani. Noi chiediamo un voto contro la destra, contro la paura, e per un governo di sinistra del paese. Le carte sono sul tavolo. Ora sta ai cittadini decidere con quali carte giocare.
Per quanto riguarda il sindaco e il consiglio comunale di Montecchio la prospettiva che si ha di fronte è molto semplice. Ci sono sul campo tre proposte: una proposta di sinistra avanzata dalla lista Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, una moderata di centrosinistra rappresentata dalla lista Democratici Uniti e una di destra che unisce Popolo della libertà, Lega Nord e Unione di Centro.
Purtroppo i cittadini montecchiesi non hanno potuto assistere ad un pubblico confronto in quanto i candidati sindaci Colli e Reverberi sono scappati di fronte alla possibilità. Per molti, crediamo, già questo potrebbe essere un giudizio di merito.
Il Partito Democratico, assieme ad altre componenti del centrosinistra, propone un programma e una lista che non è né di continuità né di rottura rispetto alla vecchia amministrazione. E anche il programma ne risente. Le idee e i progetti sono, a nostro parere, fumosi e confusi. Sull’ambiente, sui servizi pubblici e sulla gestione della fase di crisi.
La proposta della destra si concentra contro gli immigrati. Per smontare questa propaganda populista potrebbe bastare ricordare che la legge che regola l’immigrazione è, da 7 anni, la 189 del 2002. Questa legge è meglio nota come “Bossi-Fini”. L’inefficacia di questa legge è sotto gli occhi di tutti. Inoltre, anche lasciando da parte l’aspetto morale, bisogna essere quantomeno in malafede per pensare di fermare flussi di persone con un territorio di circa 4000 chilometri di costa e con la parte maggiore che entra dalla Slovenia.
Anche da un punto di vista del governo di Montecchio, ci sono parecchie cose che ci trovano molto in disaccordo. Su tutte l’idea dei nidi aziendali e la proposta di dare bonus per i nati e case popolari a chi risiede in paese da più di 5 anni. La prima, in questa fase in cui le aziende chiudono per settimane o mesi, dimostra oltre alla pochezza del progetto educativo, anche la poca affidabilità temporale. La seconda invece lascia fuori da misure di stato sociale la fetta di popolazione che ne avrebbe più bisogno, ovvero i giovani che si sono trasferiti a Montecchio in questi ultimi due anni e che in grandissima parte sentono il disagio economico e sociale di un lavoro precario.
La proposta di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea risponde alla crisi economica che, causata dalle multinazionali e dai grandi capitali finanziari, si scarica pesantemente su lavoratori e artigiani. Il nostro programma si articola su quattro temi: lavoro e società, partecipazione e democrazia, ambiente e territorio, scuola e cultura.
Per dare sostegno ai lavoratori in difficoltà e alle loro famiglie, soprattutto in questa fase di crisi, proponiamo il ricalcolo delle tariffe comunali, la creazione di un fondo a sostegno della locazione e del pagamento del mutuo e l’avvio di spacci popolari per beni di prima necessità a prezzi calmierati.
Vogliamo mettere in pratica il bilancio partecipativo, organizzare referendum consultivi sulle questioni più importanti e per facilitare l’integrazione vogliamo allargare il diritto di voto a chi abita a Montecchio.
Ambiente vuol dire futuro! Continuando a consumare il territorio e le risorse limitate, sarà un pessimo futuro.
Stop alla edificazione selvaggia, raccolta porta a porta per dire no agli inceneritori, prodotti a Km zero, risparmio energetico e energia da fonti rinnovabili: prima di tutto l’amministrazione pubblica dovrà dare l’esempio per poi mettersi al fianco dei cittadini ed aiutarli nel passaggio a uno stile di vita più rispettoso dell’ambiente e della salute di tutti.
L'amministrazione deve garantire un'istruzione pubblica, laica e di qualità per tutti. I profondi tagli di risorse operate dal governo Berlusconi mettono in ginocchio la scuola pubblica, per questo è necessario che le risorse siano prioritariamente destinate ad essa.
Non chiediamo il voto di tutti. Anzi, siamo ostinatamente partigiani. Noi chiediamo un voto contro la destra, contro la paura, e per un governo di sinistra del paese. Le carte sono sul tavolo. Ora sta ai cittadini decidere con quali carte giocare.
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