di Nando Mainardi - segretario regionale Prc Emilia-Romagna
È opportuno un ripensamento sull'aggregazione Iride-Enìa anche da parte dei Comuni della nostra regione coinvolti in questo processo.
Nei giorni scorsi è emersa pubblicamente la richiesta di uno "stop" e, a quanto pare, di un rallentamento da parte dei Comuni di Genova e Torino per ragioni di carattere unicamente economico-finanziario.
Nelle attuali condizioni, in particolare dopo il calo del valore dei titoli quotati in Borsa delle multiutilities, l'operazione non sarebbe più economicamente conveniente per Iride.
Ancora una volta i temi della qualità dei servizi, del rapporto con i territori, dell'accessibilità delle tariffe, della tenuta dei livelli occupazionali sono assenti dall'agenda politico-istituzionale.
Tra l'altro nei consigli di alcuni Comuni dell'Emilia-Romagna verranno discussi nei prossimi giorni lo statuto e i patti parasociali relativi ad un'operazione - l'aggregazione Iride-Enìa appunto - di cui a questo punto non si conoscono nè il destino nè le condizioni.
È per questo opportuno e necessario un ripensamento che metta al centro il rilancio dei servizi pubblici locali e il rilancio di una prospettiva regionale.
È necessario che avvenga ciò che non è avvenuto fino ad ora: una discussione ed un confronto che coinvolga i Comuni dell'Emilia-Romagna, le forze politiche e sociali, i cittadini, i lavoratori. Le divisioni che attraversano il Partito Democratico emiliano-romagnolo su questo fronte dovrebbero far riflettere.
Anche Rifondazione Comunista chiede perciò uno stop, ma per ripartire dal rilancio del pubblico e della partecipazione.
È opportuno un ripensamento sull'aggregazione Iride-Enìa anche da parte dei Comuni della nostra regione coinvolti in questo processo.
Nei giorni scorsi è emersa pubblicamente la richiesta di uno "stop" e, a quanto pare, di un rallentamento da parte dei Comuni di Genova e Torino per ragioni di carattere unicamente economico-finanziario.
Nelle attuali condizioni, in particolare dopo il calo del valore dei titoli quotati in Borsa delle multiutilities, l'operazione non sarebbe più economicamente conveniente per Iride.
Ancora una volta i temi della qualità dei servizi, del rapporto con i territori, dell'accessibilità delle tariffe, della tenuta dei livelli occupazionali sono assenti dall'agenda politico-istituzionale.
Tra l'altro nei consigli di alcuni Comuni dell'Emilia-Romagna verranno discussi nei prossimi giorni lo statuto e i patti parasociali relativi ad un'operazione - l'aggregazione Iride-Enìa appunto - di cui a questo punto non si conoscono nè il destino nè le condizioni.
È per questo opportuno e necessario un ripensamento che metta al centro il rilancio dei servizi pubblici locali e il rilancio di una prospettiva regionale.
È necessario che avvenga ciò che non è avvenuto fino ad ora: una discussione ed un confronto che coinvolga i Comuni dell'Emilia-Romagna, le forze politiche e sociali, i cittadini, i lavoratori. Le divisioni che attraversano il Partito Democratico emiliano-romagnolo su questo fronte dovrebbero far riflettere.
Anche Rifondazione Comunista chiede perciò uno stop, ma per ripartire dal rilancio del pubblico e della partecipazione.
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